Riflessioni sui tragici fatti di Parigi

 

 

 

“NON IN NOSTRO NOME”

(Riflessioni sui tragici fatti di Parigi di alcuni studenti dell’Liceo Artistico Apolloni 09/01/2015)


“Hanno sbagliato – dice I. , una nostra compagna musulmana , quando le chiediamo che cosa pensa di ciò che è accaduto a Parigi- la nostra religione non dice di uccidere , perché uccidere è un peccato. Non posso riconoscere come musulmani coloro che hanno compiuto la strage a Parigi. Per noi è una vergogna”. Ci confortano le parole di I. che sostiene con la sua opinione la riflessione che noi studenti del Liceo artistico del Polo 3 abbiamo compiuto sulla tragedia che ha colpito la Francia e tutti coloro che credono nella civiltà e nella democrazia. E’ terribile , ma sembra che la strategia di organizzazioni come Al Qaeda e Isis con le azioni terroristiche che mettono in atto vogliano  dividere le culture e le civiltà , alimentare il contrasto tra Occidente e Islam e accendere la miccia per un vero e proprio conflitto mondiale. La conseguenza di atti come la strage di Parigi diffondono la paura ovunque anche nel quotidiano, sebbene i loro obiettivi per il momento siano luoghi simbolo, come le grandi città. I musulmani che vivono in Italia dichiarano che questo non è Islam, ma un grande passo che potrebbero fare in un momento come questo i musulmani, che vivono in Italia e in altri paesi europei e in queste società si sono integrati,   sarebbe di  prendere posizione e  di uscire allo scoperto,  per esprimersi su ciò che accade . Il rischio è che il pregiudizio del mondo occidentale potrebbe aumentare nei confronti di tutti i musulmani, e potrebbe crescere l’odio e la diffidenza contro di loro. Noi crediamo che sia necessario piuttosto il dialogo,  l’ unica via per mantenere l’equilibrio tra le parti, ma dovrebbero essere i governi a scoprire la rete di relazioni e interessi tra le organizzazioni terroristiche , come Al Qaeda e Isis  e i poteri economici e politici . Una considerazione viene naturale a questo punto: è come se i nostri politici , noi stessi non avessimo più alcun progetto per il mondo, un  progetto che si possa contrapporre  a quello di queste  organizzazioni  terroristiche. Siamo spaesati . Ci viene da pensare che tanti adulti che spesso condannano i giovani e i loro comportamenti, dovrebbero prestare loro più attenzione , dovrebbero avere più cura dei propri figli e studenti, perché possano avere delle indicazioni per trovare una strada  e un  futuro. Senza gli insegnamenti degli adulti noi non possiamo andare da nessuna parte. In questi giorni abbiamo letto e ascoltato la voce di giornalisti, intellettuali e persone comuni, vorremmo riportare la testimonianza di una ragazza musulmana che si definisce  afroeuropea, Igiaba Chego. Igiaba è indignata per come viene vilipesa la sua religione   con la violenza e la morte. Lei crede nella pace, e la strage  di Parigi  è un attacco alla libertà di tutti. Il nostro invito è di rispettare qualunque cultura , qualunque religione e se sta per scatenarsi  una guerra , noi vogliamo essere pronti a opporci con le uniche armi possibili : i valori della pace e della solidarietà . Non vogliamo cadere nella trappola dell’odio.

 

(ph Cristina Pergolini)

 


Category(s): Archivio articoli 2014/2015

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